
OLTRE I SENTIERI
by Rory Sutherland
IL PROTAGONISTA
La storia di Rory Sutherland è una storia che unisce le community del road cycling e del trail running - sono mai state veramente divise tra loro? - un esempio di rinascita sportiva, del valore terapeutico delle attività outdoor e di come lo spirito competitivo possa aiutare ad affrontare le sfide che contano per davvero, quelle al di fuori dei sentieri.
Già dopo aver scambiato poche parole con il nativo di Canberra, che attualmente vive in Catalogna con la moglie Cheynna e i figli Eston e Aurelia, è impossibile non rimanere investiti dalla sua intraprendenza. Il sorriso, appena accennato, ma sempre stampato in volto, gli occhi di chi non si è mai tirato indietro di fronte a una sfida. Sono i sintomi di chi ha dentro qualcosa di speciale.
La carriera ventennale di Rory come pro-cyclist si sviluppa esattamente come nei suoi sogni da ragazzino, quando immaginava di ripercorrere i segni lasciati dalle ruote dei campioni che hanno reso leggendario questo sport. La vittoria nella coppa nazionale under 23 gli vale il pass per l’ingresso nei grandi palcoscenici, dove scrive il proprio nome nell’albo d’oro delle più importanti gare a tappe in USA. Nel proprio palmares l’australiano vanta poi un piazzamento nella classifica generale di otto Grandi Giri, vissuti da passista al fianco, tra gli altri, di Contador, Quintana e Valverde.



DALLA STRADA ALLO STERRATO
La prima sfida off-road si presenta a Rory durante la sua ultima stagione, quando si frattura il femore cadendo da uno scooter nel dicembre 2019. Il terribile infortunio non spezza però le sue ambizioni: Rory vuole essere libero di scegliere quando smettere. Così, rieccolo alla partenza della Milano-Sanremo, a nemmeno un anno di distanza da quell’incidente, nonostante i medici avessero pronosticato che non sarebbe stato più in grado di tornare a gareggiare sulla sella. Il suo recupero in tempi record, alla soglia dei trentotto anni, non è privo di difficoltà. Ma Rory decide di tornare per un ultimo ballo, dimostrando a sé stesso e alla community di professionisti che “il limite è un concetto sopravvalutato” se si hanno una mentalità vincente e un’ossessione per diventare continuamente la migliore versione di sé stessi grande tanto quanto la propria passione. Detto da lui sembra semplice.
Il dolore in fase di spinta persiste e Rory è costretto al ritiro nel periodo della pandemia. Il 2020 segna per lui la chiusura del cerchio come ciclista e l’apertura di quello legato alla dimensione outdoor. Dal trekking tra sentieri e creste della Catalogna, che gli permettono di spendere del tempo con la famiglia e rinforzare la muscolatura, Rory torna presto a presentarsi sulla linea di partenza con il completo da trail running.



CORRENDO PER AURELIA
Questa volta non c’entra la rivalsa personale. Rory corre per Aurelia, a cui è stata diagnosticata una leucemia nel giugno 2021, all’età di otto anni. Un fulmine a ciel sereno che costringe a rivedere le priorità della vita, trovando nello sterrato una costante via di fuga dai pensieri e nuove energie per tenere alta la testa e guardare avanti, verso il futuro. “Ogni passo compiuto sui sentieri ha il sapore della conquista”, dice Rory, “lì trovo l’adrenalina che cercavo nel ciclismo agli inizi della mia carriera. Lo faccio per sentirmi vivo e per dare alle persone che mi stanno accanto la forza per affrontare le sfide che stanno vivendo.” In un post pubblicato su Instagram nel 2021, Rory sottolinea come questa nuova sfida nasca per divertimento e “non per provare a diventare un atleta o partecipare a folli gare da 100+ km.”
A distanza di qualche anno, queste sue parole suonano ironicamente come profetiche. Allenamento dopo allenamento, Rory riesce a spostare più avanti di qualche decina il limite dei km. percorsi, dividendosi tra l’ospedale per stare con Aurelia e gli allenamenti su prati e rocce assieme agli amici catalani. La resistenza che lo porta a cimentarsi infine sulle lunghe distanze, andando oltre i limiti fisici imposti dalla fragilità del suo corpo, nasce da questo mix di spinte motivazionali e dalla responsabilità derivante dal fatto che “se puoi, devi”, citando la connazionale Emma Carey.
Ad agosto 2025, Rory porterà la sfida a un livello successivo, partecipando alla gara leggendaria che da Courmayeur termina a Chamonix - 101 km. e oltre 6000 m. di dislivello positivo, su e giù per il Monte Bianco. Non ha garanzie sulla tenuta del suo corpo, ma è intenzionato a lasciare un segno nella community del running (e del ciclismo) mettendosi al collo la medaglia di finisher. E’ questa la sua missione.
In Karpos non vediamo l’ora di vivere questo viaggio assieme a lui!